Multietnicità d’Oltralpe. Cosa fa il sistema trasfusionale francese?

Jacques Chiaroni, direttore della struttura trasfusionale regionale delle Alpi Mediterranee francesi e professore di ematologia alla Scuola di Medicina di Marsiglia è intervenuto alla Giornata regionale della donazione, svoltasi a Prato il 17 giugno scorso, con una relazione  sulla diversità multietnica della popolazione francese e sul conseguente impatto sulla donazione di sangue e sulla sicurezza trasfusionale.

Chiaroni ha illustrato una ricerca multidisciplinare condotta con l’Università nella quale ha indagato la biologia dei gruppi sanguigni e l’impatto che questi hanno sulla trasfusione, con lo scopo di prevedere azioni che garantiscano per il futuro l’autosufficienza non solo in termini  quantitativi ma anche qualitativi (avere il prodotto giusto, compatibile, al momento giusto)

Nel dettaglio:

1-     Gli antigeni dei gruppi sanguigni non hanno tutti la stessa frequenza e oscillano tra due variabili: esistono antigeni  molto comuni, detti pubblici, che sono presenti in più del  99% della popolazione e antigeni, detti privati, che sono presenti in meno dell’1% della popolazione. Una persona è di un gruppo raro se non ha un antigene che tutti gli altri hanno, oppure se ne ha uno che gli altri non hanno. E può essere un problema in entrambi i casi.

2-      La  frequenza dei  gruppi sanguigni varia nelle diverse popolazioni, a causa delle spinte evolutive che ne hanno modellato nel corso del tempo la distribuzione geografica. Così un gruppo può essere comune in una popolazione e raro in un’altra: ad esempio il gruppo B è presente nel 40% della popolazione asiatica ed è assente in America.

3-      Questa differenza nella frequenza può avere un notevole impatto sulla sicurezza della trasfusione in un contesto migratorio, in quanto ci sono gruppi specifici delle comunità migranti che potrebbero essere carenti nelle comunità ospitanti. Se a questo si aggiunge che nella popolazione che migra potrebbe essere assente la cultura della donazione, il rischio di non poter trasfondere questi pazienti per mancanza di sangue compatibile, diventa reale. E questo può interessare qualsiasi popolazione, per esempio se io sono RhD negativo e vado a vivere in Cina (dove la popolazione è tutta Rh positiva), divento intrasfondibile.

4-      Le popolazioni più esposte a questo rischio sono quelle dell’Africa, dell’area caraibica e delle isole dell’Oceano Indiano per due ragioni: –  una diversità genetica maggiore di qualsiasi altra popolazione al mondo, con la frequente presenza di fenotipi che in Europa sono rari e – un’alta frequenza di emoglobinopatie su base genetica che richiedono continue trasfusioni.

5-      Il Sistema Trasfusionale Francese, che si è trovato più volte per questo motivo in difficoltà,  ha individuato come unica soluzione quella di aumentare la varietà di fenotipi non comuni dei donatori, in particolare di quelli diffusi nell’Area Sub Sahariana.

In Francia i donatori africani sono pochi, donano meno e risiedono nelle grandi città. Per cercare di aumentare il numero di questi donatori, è stato condotto uno studio pilota sulla popolazione comoriana che risiede nella città di Marsiglia con lo scopo di individuare quali erano le barriere culturali alla donazione e cercare di superarle.

Ne è emerso un quadro di sostanziale non conoscenza rispetto alla donazione e al rischio che loro stessi corrono se hanno necessità di una trasfusione; sono stati individuati freni culturali, sociali e sanitari che li tengono lontani dalla donazione. Il servizio trasfusionale francese è riuscito ad ottenere risultati attraverso azioni informative che vedevano coinvolti i rappresentanti della comunità, attraverso la creazione di associazioni di donatori delle comunità stesse e attraverso giornate celebrative dedicate. Contemporaneamente, il Sistema trasfusionale si è organizzato per ricercare in questi donatori la maggior parte degli antigeni e per congelare le emazie risultate di gruppo raro nella apposita banca nazionale dei gruppi rari.

Fonte: www.avistoscana.it

 

 

 

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