Avis Estate 2016: Facciamo un po’di chiarezza

Estate 2016. Ci sono quattro storie che si sono intrecciate in questi mesi estivi che hanno colpito molto noi che ci occupiamo di promozione del dono del sangue a livello associativo e che siamo arrivati, non lo nascondiamo, a giugno scorso, con il fiato corto per lo scarso numero di donazione effettuate da inizio anno. Di appelli durante il 2016 ne sono stati fatti tanti ma, purtroppo, sempre meno persone hanno recepito il nostro messaggio (che la donazione di sangue è un bisogno costante e continuo e che non si basa su “picchi emozionali” portati dalla cronaca) e di conseguenza, noi abbiamo assistito ad un costante calo (crollo) delle donazioni a Livorno – e i numeri degli ultimi tre anni, che ci crediate o no, ne sono la testimonianza aritmetica precisa.

Ma ecco la prima storia di cronaca di questa estate. Una bambina di pochi anni viene ricoverata presso il centro di oncoematologia di Cisanello (Pisa) e per il suo percorso di guarigione serviranno molte trasfusioni. In città nasce una immediata mobilitazione tramite i social network, in particolare attraverso la pagina Facebook di “Succo di fragola”, gestita in maniera meravigliosa dai genitori della bimba, e sono state tante le persone che, sull’onta emotiva, hanno deciso di recarsi a Pisa per donare specificatamente per questa bambina. Noi abbiano cerchiamo in ogni modo di far comprendere che, per donare, non occorre affatto andare a Pisa, che tutto il sangue ricevuto nella zona confluisce nello stesso punto regolato da organi di controllo regionali e nazionali e – cosa fondamentale – che non si può donare per una persona specifica: si dona e basta, semplicemente per le  variabili di compatibilità dei gruppi sanguigni e che, in ogni caso, il sangue è garantito a chiunque sempre. Scoprendo questo, ci addolora sottolinearlo, molti hanno rinunciato alla donazione – che per diverse persone sarebbe stata la prima in assoluto, perdendo, non si sa perché, lo slancio al dono che invece è basilare per la nostra sopravvivenza e la sopravvivenza di tutti, in quanto futuri possibili trasfusi.

Ad agosto poi, seconda storia di cronaca, a seguito di un grave incidente stradale ha perso la vita un giovane di 41 anni, padre di due bambine. Gli sforzi per tenere in vita questo ragazzo sono stati enormi da parte dei medici. In questo contesto è stato necessario usare un’enorme quantità di sacche di sangue e plasma, azzerando in un solo pomeriggio le intere scorte del centro trasfusionale di Livorno. Qui è scattata l’emergenza Avis. Senza clamore. Senza catene sui social. Su espressa indicazione dei medici allertati già dalla tarda sera del venerdì abbiamo attivato il nostro percorso di “chiamata diretta” dei nostri donatori e nella mattinata di sabato 13 agosto oltre 80 persone hanno risposto al nostro appello. Questo episodio, seppur tragico nella sua evoluzione, descrive chiaramente come dovrebbero essere gestite le emergenze trasfusionali.

Infine, pochi giorni, fa abbiamo assistito, a seguito dell’immane tragedia del terremoto, all’assalto (letterale) dei centri trasfusionali italiani per donare sangue. Certamente le persone sono state spinte da un encomiabile spirito di solidarietà e di altruismo, ma su questo molto hanno influito, di nuovo, i messaggi veicolati tramite la stampa e i social network, spesso imprecisi – che hanno contribuito ad ingenerare ulteriore confusione. Gli addetti ai lavori hanno provato a far comprendere che “non vi era alcuna emergenza” e che la situazione era sotto controllo e gestita, in totale sicurezza, dal centro nazionale sangue e dai centri trasfusionali della regione Lazio (che non necessitavano di scorte aggiuntive di sangue) ma niente è servito a far comprendere – anche ai tanti che si sono avvicinati per la prima volta alla donazione – che sarebbe stato più utile dilazionare tale gesto nel tempo, per avere quotidianamente un flusso costante di donatori, per poter gestire le possibili emergenze a livello locale, non creando inutili

 

scorte sul momento (una sacca di sangue si può conservare al massimo per 42 giorni, dopo si deteriora) e sicure carenze nei mesi successivi.

L’informazione, insomma, sia dei social che delle agenzie, non sempre risulta accurata nel tema della donazione, in particolare nel contesto delle emergenze. Vogliamo citare a questo proposito il caso, occorso a Livorno alcune settimane fa, riportato da alcuni organi di stampa, di una persona che, per una patologia specifica non emergenziale, ha avuto una normale indicazione di programmare/rimandare la trasfusione alla settimana successiva (a causa anche del ridotto personale in servizio al trasfusionale e la programmazione settimanale esaurita) diventata notizia eclatante, citando a braccio, come “A Livorno si rifiutano le trasfusioni perché il Centro trasfusionale è chiuso per ferie, paziente si reca a Pisa dove viene subito trasfuso”. Ci domandiamo se qualcuno tra gli addetti ai lavori si è posto il dubbio di verificare se la notizia avesse un fondo di verità (no, decisamente no) e se sia stato valutato, in sede di organo di stampa, il danno che, diffondendo queste (false) notizie, si può arrecare al sistema trasfusionale cittadino in un periodo di per se così critico.

Per sintetizzare, il nostro compito, unitamente al personale del centro trasfusionale, è quello di creare valore civico ed educare le persone alla cultura della donazione, per far sì che  vi siano sempre le scorte necessarie per l’attività trasfusionale ordinaria fatta di tanti diversi bisogni quotidiani, ed è per questo che da anni lavoriamo in sinergia, verso il concetto di donazione programmata, basandoci sulle necessità giornaliere dei vari gruppi sanguigni, per evitare inutili e costosi sprechi, che in certi momenti potrebbero essere causa anche di carenze di scorte per le vere emergenze locali e nazionali.

Negli anni siamo riusciti a costruire con migliaia di donatori un percorso virtuoso che, anche se con fatica, sta dando i suoi frutti e per questo ci siamo spesso avvalsi della collaborazione dei quotidiani e dei media locali, attraverso le tante loro valide professionalità, oltre che dei social. Per questo rinnoviamo l’invito a tutti gli organi di informazione a domandare, chiedere, interpellarci, verificare, attraverso noi, le strutture trasfusionali o associative, al fine di veicolare le informazioni esatte, aiutandoci, ancora una volta di più a trasmettere un messaggio preciso, veritiero, che guidi il donatore verso una donazione consapevole, periodica, anonima e gratuita.

Forse, in questo modo, riusciremo a rendere, tutti, un servizio più utile alla collettività.

Grazie per l’attenzione.

Il Presidente

Giovanni Belfiore

LE DONAZIONI DEL 2024

  • SANGUE INTERO

    702 DONAZIONI

    OBIETTIVO 5300

  • PLASMA

    315 DONAZIONI

    OBIETTIVO 3200

  • MULTICOMPONENT

    44 DONAZIONI

    OBIETTIVO 330

Numero delle donazioni di sangue intero, plasma e multicomponent durante l'anno in corso. Ultimo aggiornamento: 19-04-2024